[vc_row][vc_column][vc_custom_heading text=”Endodonzia o Cura canalare” font_container=”tag:h1|text_align:center” use_theme_fonts=”yes”][vc_single_image image=”42″ img_size=”200×200″ alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Che cos’è la terapia canalare?
La cura canalare o terapia endodontica, detta anche nel linguaggio comune “devitalizzazione”, è una procedura con cui si preserva un dente affetto da patologie della polpa (“nervo”) e/o dell’apice della radice (“granulomi”) dovute a carie profonda, a traumi dentali o altre cause. Consiste nella rimozione della polpa dentale, presente all’interno della corona del dente e dei canali delle radici, mediante l’uso di strumenti da sagomatura canalare e di sostanze irriganti. Gli strumenti da sagomatura, oltre a rimuovere la polpa, hanno anche la funzione di allargare il sistema canalare per permetterne l’irrigazione e quindi la disinfezione. La cura termina con la completa otturazione del sistema canalare sottraendo lo spazio biologico vitale ad un’eventuale ricolonizzazione batterica.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Quando è necessaria la terapia canalare e quali sono i sintomi?
Il trattamento endodontico si esegue più frequentemente in elementi con patologie della polpa, conseguenti a carie penetranti, traumi o fratture. Il danno pulpare o “pulpite” si può manifestare, in seguito all’assunzione di sostanze fredde o calde, con dolori che permangono a lungo anche dopo la cessazione dello stimolo termico, o con dolori violenti e improvvisi. Se non trattata la pulpite può evolvere fino ad ascesso dentario con gonfiore, dolore e febbre alta.
Altre volte il danno pulpare è meno evidente, la polpa degenera più o meno lentamente (necrosi) e l’infezione percorre i tessuti contenuti all’interno del dente in profondità, estendendosi all’osso che circonda le radici e generando patologie comunemente definite “granulomi” o “cisti”.
Elementi già curati endodonticamente, possono essere sottoposti a “ritrattamento”, che talvolta vede indicazione ad un accesso chirurgico per raggiungere direttamente l’apice radicolare, la cosiddetta “apicectomia”.
Il trattamento endodontico può venire, infine, realizzato a scopo protesico in un dente che debba essere limato e foderato per sostenere una protesi fissa a ponte. Si tratta, però, di casi sempre più rari grazie alla protesi sostenuta da impianti osteointegrati.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Quali sono le fasi del trattamento endodontico?
La prima fase della cura canalare prevede l’esecuzione di una corretta anestesia, per evitare al paziente possibili discomfort, e un adeguato isolamento dell’elemento dentale con la diga di gomma. La diga permette di eseguire la cura in totale sicurezza, evitando l’accidentale ingestione di strumenti o liquidi irritanti. Al tempo stesso, evita la contaminazione del sistema canalare da parte dei batteri della flora orale.
Si procede con l’accesso alla camera pulpare e il reperimento dei canali radicolari che verranno in successione sagomati, detersi ed otturati. La sagomatura, detta anche strumentazione canalare, si esegue con strumenti manuali e rotanti che rimuovono meccanicamente il contenuto canalare dando una forma conica al canale stesso. La detersione mira a digerire chimicamente il contenuto organico e inorganico del sistema endodontico. Vengono dunque utilizzate soluzioni disinfettanti definite “irriganti”, che agiscono sui residui pulpari, vitali o necrotici, e sui micro-organismi. In ultimo, l’otturazione canalare sigilla il sistema endodontico con la guttaperca, ovvero un materiale biocompatibile e inerte, insieme ad un sottile strato di cemento in grado di penetrare anche nei più piccoli canali collaterali e prevenire la ricontaminazione batterica.
Tutte queste fasi possono richiedere una o più sedute a seconda delle difficoltà tecniche ed anatomiche che ogni singolo caso presenta. La cura canalare si conclude con l’apposizione di un sigillo coronale definitivo o provvisorio (“otturazione”) a protezione dei canali appena curati.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Quali sono i risultati della terapia endodontica?
Con la terapia canalare si ottiene nell’immediato la cessazione o attenuazione dell’eventuale dolore presente preoperatoriamente. Nel lungo periodo, invece, ci si aspetta una guarigione delle eventuali lesioni periapicali apprezzabile radiograficamente, oltre al completo rientro della sintomatologia dolorosa. Il conseguimento di questi risultati permette il mantenimento in arcata dell’elemento dentario altrimenti destinato ad essere estratto.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Il trattamento fa male?
Il dolore nel caso della terapia canalare è una condizione che si può presentare pre-intra o post-operatoriamente con vari livelli di intensità a seconda della condizione clinica. L’odontoiatra può intervenire sul dolore pre-operatorio grazie alla somministrazione di farmaci analgesici. Attualmente è raro avvertire dolore intra-operatorio (durante lo svolgimento della cura canalare) grazie all’utilizzo delle varie tecniche di anestesia (plessica, tronculare, intra-pulpare, intra-ligamentosa etc). Determinate condizioni cliniche con quadri infiammatori particolarmente accentuati possono diminuire l’efficacia delle sostanze anestetiche.
La fase post-operatoria può essere caratterizzata dall’assenza completa di dolore oppure da una leggere sensibilità alla masticazione. Più raramente può conclamarsi una reale sintomatologia dolorosa controllabile con i più comuni farmaci anti-infiammatori per uso odontoiatrico che saranno prescritti al paziente.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]